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Le saghe vampiresche, che dopo i maghi hanno preso il sopravvento, fanno bella mostra di sé sugli scaffali di molte librerie. Spaziare tra la varietà dell’offerta di lettura è spesso sorprendente e i nostri ragazzi hanno recentemente scelto nuove correnti, come il genere distopico, e il successo della trilogia Hunger Games di Suzanne Collins lo dimostra. Non a caso Garden è presentato in libreria come un “Hunger Games italiano”. La citazione dimostra che questa è una nuova scia di successo che fa proseliti.  Il paragone tra le due storie è inevitabile per chi ha letto la trilogia della Collins e presentano indubbie similitudini, va concesso però che alcune rientrano nelle caratteristiche di questo genere letterario.

Garden non ne è quindi un clone.

 

Questa storia è ambientata ad Amor, la città sorta sulle antiche rovine di Roma, dove il mondo sembra davvero capovolto, come il suo nome. Ci troviamo in un’epoca in cui la popolazione ha subìto una guerra devastante. L’Italia è stata divisa in otto Granducati, che sembrano otto prigioni per lavori forzati, e solo durante la Grande Cerimonia Annuale, che celebra la Rinascita, non è obbligatorio lavorare, ma si deve partecipare. Una cerimonia imposta, come quella per i tributi degli Hunger Games.

 

La protagonista è una ragazza di sedici anni, Maite, che ha un destino “assegnato”, come tutti i suoi coetanei, e non può cambiarlo. Dovrà lavorare in fabbrica, non potrà esimersi dal rispettare le regole e anche se ama cantare non può farlo. L’autrice gioca con il paradosso, ci troviamo in un nuovo Rinascimento che vieta l’arte e la scienza, in cui una spietata dittatura controlla ogni vita. La regola per la sopravvivenza è riassunta nel sillogismo:

“Il ritardo è negligenza. La negligenza è disordine. Il disordine è il seme della perdizione”.

La paura più temibile è quella di essere colti in fallo e venire arrestati dal corpo di vigilanza, i Giusti. Il loro nome rimarca come si debbano sentire “sbagliati” tutti gli altri. Ci sono telecamere e microspie piazzate ovunque che non permettono di nascondere il minimo errore, svista o negligenza. La pena può essere la morte. Le persone aspirano solo a non fallire, obbediscono. L’amicizia stessa è pilotata se non sospetta. Avere fiducia è un lusso.

Un ingranaggio però s’inceppa, e non è un caso. Sarà il fattore scatenante di tutta l’avventura che leggeremo. Gli eventi travolgono la protagonista e chi la circonda. Il panorama claustrofobico non riesce a domare l’adolescenza che segue comunque i suoi impulsi. Il giogo si spezza. I protagonisti bramano sempre di più la ribellione, la fuga. La speranza non può morire finché i valori universali resistono. L’amore, l’amicizia e l’ideale della libertà, animano di coraggio Maite e i suoi nuovi amici. L’obiettivo da raggiungere è la fuga verso Garden, il giardino alla fine del mondo, di cui hanno sempre sentito parlare. Garden rappresenta il miraggio dell’indipendenza, è il mitologico rifugio dei ribelli.

Il finale lascia presagire un seguito. Nel romanzo di Emma Romero, a differenza di Hunger Games, si raggiunge già l’apice della rivolta e induce il lettore a chiedersi cosa accadrà dopo.

La descrizione dei personaggi non è molto caratterizzata ma l’autrice ha privilegiato sicuramente gli eventi, affidando ad uno stile chiaro, pulito e quindi molto scorrevole, il piacere di questa lettura piena d’azione. Garden piacerà agli amanti dei panorami futuribili ma potrebbe essere anche il primo di una serie di nuove letture esplorative. È un libro le cui pagine scorrono fluidamente. Per i fan di questo genere auguro di divertirsi vivendo con entusiasmo anche questa italianissima avventura distopica.

Informazioni tecniche

Titolo: Garden, il giardino alla fine del mondo

Autore: Emma Romero

Editore: Mondadori

Codice: EAN 978-88-04-62718-0

Formato: 14,5×22,5 cm, Rilegato

Pagine: 271

Prezzo: € 14,90

Età di lettura: da 14 anni

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1 commento

  1. Un libro che annuncia bellissimo! Bookavenue mi sta…rovinando. Lory

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