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Un trasloco, una compagna di classe odiosa come vicina di casa, la promessa sempre rimandata di un cucciolo da accudire, la speranza di incontrare una vera amica: la protagonista di questo romanzo sarà soltanto una bambina, ma ne ha di cose a cui pensare!
Con la sottile schiettezza e il linguaggio asciutto che contraddistinguono la sua voce, in Io sono soltanto una bambina Jutta Richter ci catapulta nella vita della piccola Hanna, consentendoci di ascoltare dalla sua viva voce storie di ordinaria “entropia”.

 

 

Intorno alla giovane protagonista si muovono una mamma un po’ confusionaria e il suo fidanzato, una nonna gattofila e una classe di bambine e bambini divisa fra chi “ha i capelli lunghi fino al popò, adora indossare vestiti rosa con i brillantini e trova tutto stradolcissimo” e “un branco di selvaggi scatenati, che fanno a botte di continuo”.

Hanna sta nel mezzo, osserva tutti con la sfacciataggine tipica della sua età, si arrabbia di fronte alle ingiustizie (e ogni tanto prorompe in gesti plateali, come versare un brick di latte al cacao in testa alla spocchiosa Daniela), si sente spesso impotente nei confronti degli adulti e della sorte, che la condanna a essere “soltanto una bambina” (così recita alla fine di ogni capitolo).

Gli episodi salienti della vita, a tutte le età, sono contrassegnati dai cambiamenti: per Hanna il momento indimenticabile non sarà tanto cambiare casa e ritrovarsi con due stanze tutte per sé, quanto veder finalmente realizzati i suoi sogni più intimi. Con la nuova sistemazione, la mamma accetterà finalmente in casa uno dei micini appena nati della nonna, permettendo a sua figlia di allevarlo? E Zoe, la ragazzina nuova arrivata che viene da New York, con il suo look moderno e non convenzionale e i modi spontanei, potrebbe rivelarsi l’amica che Hanna ha sempre sognato?

Ciò che accade ad Hanna non è di per sé straordinario, non commuove fino alle lacrime né fa sbellicare dalle risate (sebbene alcuni commenti su quanto gli adulti siano “penosi” strappano più di un sorriso), ma pagina dopo pagina noi lettori, piccoli e grandi, la seguiamo con affetto e curiosità ritrovando un pochino della nostra infanzia, solo raccontata con più arguzia e sapienza narrativa. Peccato solo per un finale un po’ frettoloso (una vacanza natalizia a Tenerife, lontano da gatto, migliore amica e casa nuova) che sembra quasi congelare i personaggi in attesa di un possibile seguito.

Jutta Richter riesce anche nel delicato compito di sfiorare “temi” cari alla narrativa per bambini di oggi (i nuovi modelli familiari, il bullismo a scuola, gli stereotipi di genere) senza indulgere nelle contestualizzazioni moraleggianti, restituendoci un ritratto vivace e ironico del mondo dei ragazzi e di quello degli adulti di oggi, visti dagli occhi di una bambina.

Io sono soltanto una bambina è consigliato a tutti i lettori e le lettrici a partire dalla classe terza, ma anche più piccoli, a patto che sappiano leggere con un po’ di disinvoltura o ascoltino volentieri un adulto narratore, insegnante o genitore.

 

per BookAvenue, Virginia Stefanini

 

Titolo: Io sono soltanto una bambina
Autore: Jutta Richter (traduzione di Bice Rinaldi)
Illustratore: Hildegard Müller
Editore: Beisler
Anno: 2016
Formato: 107 pagine
Codice: ISBN 9788874590476
Prezzo indicativo: 12,50€
Età di lettura: da 8 anni

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