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“ Chi non viaggia non può conoscere nulla – dice sempre il mio papà”.
Nadir ha 10 anni ed è viaggiatore ma non per scelta.
Inizia così, il diario, a tratti buffo e commovente, di un bambino che fa parte di quel mondo di piccoli migranti che, come li ha ben definiti Tahar Ben Jelloun, sono:“la génération involontarie” la generazione involontaria, quella destinata a subire il destino degli adulti che emigrano come le gru in cerca di cibo, casa, lavoro.
“ Vengo da Casablanca in Marocco. I miei genitori non sono bianchi e non sono neri, perché sono arabi , così sono arabo anch’io(…)In Italia sono diverso io, perché tutti i bambini sono italiani. Ma se un bambino viene in vacanza in Marocco, il diverso è lui…”(pag.8)

Così Nadir si trova, catapultato in una parte di mondo tutta da scoprire e da conoscere, anche se esplorarla, significa per molto tempo perdere di vista la propria “terra ferma”, vivendo come su una zattera, in mezzo al mare che fa appannare e apparire sempre più lontano il ricordo dei colori e dei profumi accesi del suk, dove la nonna compra la verdura, lo zio Kamir vende i tappeti e le case hanno le tende alle porte perché anche la luce del sole è diversa.
“ I bambini, però, sono tutti uguali – dice la maestra” (pag.8).
Nadir lo sa. Ogni mattina, arriva presto, prestissimo, prima ancora che il cancello della scuola si apra e seduto su una panchina, nella nebbia, aspetta trepidante la sua amica del cuore: Maristella, per arrivare in classe felice con gli occhi che brillano.
Peccato, però, che a non saperlo siano proprio gli adulti.
Quelli che credono che tutti gli arabi si chiamino Mohamed o Adbullh e si stupiscono nel vedere che un clandestino, mentre viene portato via dalla volante della polizia, sia felice come il giorno più bello della sua vita, senza intuire che quello, per lui, è il suo primo giro in un’automobile. O chi non “ha la musica nel cuore” come la signora Nasochiuso, la mamma di Maristella che con: “ Di nuovo col marocchino!”(pag.46) vieta alla figlia Maristella di frequentare Nadir perché , dopo la scuola il bambino si mette a vendere accendini e a rimettere a posto i carrelli nel parcheggio di un supermercato, non immaginando, neanche lontanamente, che il bambino con quei pochi euro che racimola compra il cus-cus per la cena.
Nadir, spesso, si sente come il solito cus cus che compra ogni sera, unico acquisto del suo carrello: solo e malinconico, nel mezzo di un avvenire indefinito .

Con i suoi occhi neri profondi, osserva il mondo di quelli che chiama: ”i tipi extra” e a volte gli sembra che:“ …i suoi pensieri escano dalla testa come bolle che scoppiano” (pag.46). Alcuni tipi extra, vengono fagocitati da una società che faticano a comprendere, altri abbassano la testa di fronte a soprusi perché non ci si può permettere di dirlo e di far morire un sogno, anche se ”irregolare”; altri ancora, però, ce l’hanno fatta.
Così, Nadir scopre, con euforia, che anche Bill Gates, l’uomo più ricco del pianeta, è come lui un extracomunitario e anche se il supermercato non ha i profumi del souk e le strade asfaltate sono diverse dalle viuzze di una medina, la forza della vita rimane sempre la stessa, misteriosa e trascinante. Anche l’amicizia non ha colore e possiede la forza della vita e sarà grazie a questa, che perfino la terribile Signora Nasochiuso, sarà costretta ad aprire gli occhi, demolire le sue ataviche convinzioni e ritornare sui suoi passi offrendo a Nadir e ai suoi amici una bella fetta di pane arabo e cioccolata, a merenda.
Il libro è illustrato, dallo stesso autore, con una tecnica mista molto moderna e innovativa che mescola collage, scrapbooking, acrilico, china e rende molto attuale l’ambientazione e la dinamica del racconto. Particolari, gli occhi dei personaggi che sembrano scrutare chi legge, vivi e penetranti pongono interrogativi e scomodano il lettore a fare i conti con la propria coscienza.
Vi invito a leggere anche il seguito di questo libro semplice e convincente: “Pane arabo e parole” dove Nadir si sofferma sulla personale sfida nell’apprendere una nuova lingua con tutti i qui pro quo, le emozioni e il razzismo che perfino una singola parola può nascondere.
Falzea Editore, è una casa editrice di Reggio Calabria, dotata di sensibilità e curiosità intellettuale verso le trasformazioni del mondo in cui viviamo. Costituisce un coraggioso esempio editoriale, creato da persone giovani e fuori dagli schemi il cui credo è cercare di costruire un mondo che legge senza confini.

L’autore
Antonio Ferrara è nato a Portici (NA) nel 1957 ma vive a Novara con sua moglie Marianna, sua figlia Martina e coi gatti Simba e Minou. Ha compiuto studi artistici e ha lavorato per sette anni presso una comunità alloggio per minori, dove ha imparato a frequentare i sogni dei bambini e a non prendersi mai troppo sul serio. E’ autore e illustratore di numerosi libri per ragazzi, tra cui Pane arabo a merenda con cui ha vinto il premio del concorso internazionale “Parole senza frontiere” di Trento, A braccia aperte, Falzea; Puzzillo gatto gentiluomo, Come i pini di Ramallah, I suoni che non ho mai sentito, Fatatrac; La vita al centro, Mondadori; Ulivi, Perché, Il sentiero e l’albero, Tolbà; Anguilla, Salani e il seguito del libro appena presentato Pane Arabo e Parole, Falzea. Tiene laboratori di illustrazione e scrittura creativa per ragazzi e per adulti presso scuole, biblioteche, librerie, associazioni culturali e case circondariali. Antonio Ferrara è autore e illustratore di tutti i suoi libri.

Cosa si dice del libro:

I bambini della IV della Scuola di Leivi Crocetta hanno detto che:
« Sono divertenti: L’arresto di Aziz, la spesa super, il racconto del portafoglio, del furgone di pasticceria, la scena di Nerone e l’albero di Natale.
Fanno riflettere: Il nostro eccessivo consumismo, il pregiudizio verso gli stranieri ( non dobbiamo emarginare una persona, prima ancora di conoscerla, solo perché è diversa da noi ), l’arroganza dei ricchi e l’amicizia con Maristella.
Ci è piaciuto perché: Ci ha divertito, ma ci ha fatto anche riflettere soprattutto sul pregiudizio.»

Mentre i bambini della classe IV di Pavone hanno espresso la loro opinione tramite il disegno.

Scheda tecnica:

Titolo: Pane arabo a merenda
Autore: Antonio Ferrara
Illustratore: Antonio Ferrara
Editore: Falzea Editore
Collana: I falchi narrativa
Anno di Pubblicazione: 2007
ISBN: 8882962253
Codice EAN: 9788882962258
Pagine: 71
Formato: illustrato
Prezzo: indicativo € 8,00.
Età di lettura: ( 8 + ).

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1 commento

  1. “l’amicizia non ha colore”…direi che potresti iniziare a scrivere aforismi!!

    Isabella, come sempre, leggerti è un piacere!!

I commenti sono chiusi.