Che fine farà la memoria degli uomini

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Immaginereste una biblioteca senza libri? Beh, io no. Non ce la faccio proprio. Fin da quando ero piccolo andavo in biblioteca e prendere in prestito dei libri. Sono stato un lettore onnivoro: dai libri illustrati all’inizio ai libri di viaggio e avventura, i migliori amici della mia vita di quegli anni, sono stati i personaggi delle avventure di Conrad! Come dimenticare il marinaio Marlow di Cuore di tenebra? Insomma: i libri sono sempre stati una parte della mia vita.

 

A differenza di molte persone oggi, io non possiedo un Kindle, un Kobo, un Nook o qualsiasi tipo di e-reader. Preferisco il vecchio libro. C’è qualcosa nel possesso di un libro che trovo confortante. Eppure, nel 21° secolo, oggi quindi, i libri potrebbero diventare obsoleti. Per me questa è una cosa che trovo spaventosa.

Sono un fan delle vecchie serie tv di fantascienza come Star trek. Uno degli episodi che ricordo più caramente è quello dove, su un pianeta lontano, gli eroi al comando del capitano Kirk dell’astronave Enterprise, incontrano un bibliotecario il cui lavoro che è diventato obsoleto. La memoria degli uomini è, infatti, affidata a degli anelli che vengono fatti roteare su un piatto che li legge e il contenuto diffuso in audio. Anche se questo episodio è andato in onda a inizio anni ottanta, lo scrittore della serie aveva esattamente colto il punto, predicendo quello che forse sta accadendo sotto i nostri occhi, in un futuro che forse immaginava più lontano di oggi.

Mai fu più profetica quella puntata; è accaduto, infatti, che in una scuola dell’Emilia per la prima volta, le classi e la biblioteca di scuola sono piene di iMac, tablet e iPad costati, penso, molto cari. La biblioteca offre circa 5000 e-book e le classi sono un’esempio di connettività – non solo intesa come wireless – quanto del clima partecipativo e proattivo generato. Quindi la domanda è: questo è ciò che il futuro ci riserverà presto? Da qualche parte, in quelle terre, un’assessore alla cultura ha confermato: “Se avete intenzione di costruire nuovi impianti -intendendo biblioteche e librerie-, questo è ciò che è necessario fare.”

Per dire che la nostra generazione sarà la cavia di questa crescente tecnologia. Molti si chiedono se si tratta di una cosa buona o cattiva. Beh, le biblioteche digitali possono aiutare l’ambiente non usando la carta. Tuttavia, sento che questa cosa sarà sempre carente nei confronti con un libro cartaceo. Ma è una rivoluzione che non si può fermare e la biblioteca digitale citata è solo l’inizio di una nuova serie di biblioteche che nasceranno con questa peculiarità.

Eppure, con tutta questa nuova tecnologia, le persone sembrano essere più assorbite (nel senso di isolate) nel loro mondo. Uno dei miei più grandi motivi di cruccio è quando sono con un amico e non riesco a ottenere e dare la giusta attenzione nel tempo dato a causa della distrazione dal telefono. Così come non è raro, mio malgrado, avere a portata di mano il mio smartphone anche quando ceno a casa, con il totale disappunto di mia moglie. In entrambi i casi le situazioni sono tremendamente scortesi, sia che le provochi tanto quanto che le riceva, e non solo è irrispettoso, ma riflette, forse, la direzione di dove le interazioni umane stanno dirigendosi.

Quando mi accade di accedere a Facebook lo faccio per il tempo necessario di una o poco più di una operazione. Sia per postare qualche link a favore di BookAvenue, sia che riguardi qualche foto di famiglia. Per quanto la cosa differisca dalle mie attitudini abituali mi fa sentire solo lo stesso. Capita pure di vedere qualcuno dei 5000 fan del sito auto-compiacersi di qualcosa. Mi chiedo se la cosa non possa essere condivisa a viva voce con un numero minore di amici, capaci per di gioire con essi del bel evento, piuttosto che aderendo all’occasione con un “Like”.

Ancora: la nostra società sta diventando sempre più pigra. Ad esempio, invece di fare matematica mentale, le persone ricorrono ad utilizzare il loro telefono per risolvere operazioni di addizione abbastanza comuni, tipo: 824 + 17. Purtroppo l’analfabetismo di ritorno è davvero dietro l’angolo: è la rinuncia a compiti semplici come questi che castrano letteralmente le persone a rinnovate competenze educative e sociali.

Spetta a noi trovare un equilibrio tra la tecnologia e il sostenere i valori umani e le loro interazioni. Con tutta la nuova tecnologia che viene creata ogni giorno, abbiamo bisogno di imparare ad usarla insieme ad una rinnovata scoperta delle nostre menti che sono qualcosa di miracoloso. Dopo tutto, delle invenzioni dovrebbero beneficiare le nostre teste per prime.

per BookAvenue, mg

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